venerdì 7 novembre 2008

Il sistema bancario europeo si è salvato (almeno per ora...)


Dunque, il sistema bancario europeo si è salvato (almeno per ora...) dal collasso grazie a un intervento concertato degli Stati membri dell’Unione Europea, deciso in un summit urgente dell’Eurogruppo, con la partecipazione del Regno Unito.

Uno degli aspetti chiave dell’evoluzione del mercato bancario europeo dopo l’introduzione dell’euro è stata la tendenza alla concentrazione. Nella maggior parte degli Stati membri, le cinque banche principali rappresentano oggi la quota preponderante delle attività, e questi campioni nazionali si sono evoluti in grandi gruppi bancari integrati su scala internazionale. Paradossalmente, si tratta di gruppi che sono “troppo grandi per fallire”, ma anche “troppo grandi per essere salvati” da un qualunque singolo governo nazionale.

In ogni caso, se la capitalizzazione di tutti questi istituti fosse stata adeguata, la loro crescita internazionale non avrebbe di per sé contribuito alla crisi attuale. Ma grazie alle condizioni monetarie e finanziarie favorevoli del primo decennio di vita dell’euro, i regolatori nazionali hanno consentito ai grandi gruppi bancari europei di aumentare eccessivamente la leva finanziaria. Ciò ha messo in difficoltà le banche europee proprio nel momento in cui le condizioni finanziarie generali si sono improvvisamente deteriorate.

La situazione è tuttavia molto diversa da paese a paese.

I dati di seguito spiegano come le attività delle prime cinque banche inglesi rappresentino più di tre volte il Pil del Regno Unito, mentre quelle delle prime cinque italiane sono “solo” 1,3 volte il Pil del paese (questo spiega perché il governo inglese abbia insistito affinché gli altri Stati membri adottassero politiche simili alle proprie per la salvaguardia delle banche).

Prime cinque banche per Stato membro

Stato Attivi / PIL (%)
Francia 293
Germania 165
Italia 131
Regno Unito 313

Fonte: dati Bankscope.

Anche il grado di esposizione immediata delle banche alle turbolenze dei mercati, che si può approssimare con l’inverso del capitalization ratio (il rapporto tra capitale proprio e attività totali), cambia considerevolmente tra paesi. In Germania, le banche sono poco capitalizzate rispetto al resto d’Europa, con solo 2,5 euro di capitale per ogni 100 euro di attivo. La capitalizzazione delle principali banche italiane è circa il triplo: 7,4 euro per 100 di attivo.

Stato

Own Equity / Attivi (%)
Francia

3.5
Germania

2.6
Italia

7.4
Regno Unito

3.9


Ma le differenze vanno oltre: la deregulation degli ultimi decenni ha prodotto ovunque una espansione delle attività bancarie e para-bancarie, anche se non dovunque con la stessa intensità.
Il grafico mostra come negli anni Settanta-Ottanta il comparto dell’intermediazione finanziaria costituisse una piccola parte dell’economia, tra il 4 e il 5 % anche negli Stati Uniti. Quello che si osserva in seguito è una divaricazione: la quota dell’intermediazione finanziaria sul Pil raddoppia fino a raggiunger quasi il 9 % negli Usa, mentre è stazionaria in Italia e Germania, dove rimane sempre tra il 4-5 % del Pil.

L’intermediazione finanziaria ha potuto crescere così tanto per via della deregolamentazione, che tra l’altro ha consentito ad attori non bancari di svolgere funzioni tipicamente bancarie, spesso senza dover sopportare gli stessi vincoli regolatori. Al tempo stesso, le banche si sono dedicate ad attività diverse dal passato: di seguito vediamo come le grandi banche francesi e tedesche abbiano destinato ai prestiti una quota minore dell’attivo, mentre in Italia la quota restava attorno al 60 per cento.

Stato
Prestiti / Attivi (%)
Francia
29
Germania
23
Italia
61
Regno Unito
44

Fonte: dati Bankscope.

Naturalmente, non tutta la “nuova finanza” è da rigettare: ad esempio, l’Italia è rimasta indietro nel venture capital, con una raccolta di circa 2 miliardi nel 2004-06, rispetto ai 3 della Spagna, ai 5 della Francia ed ai 18 del Regno Unito (di cui nulla per la fase di start-up: si veda la tavola 2).

Flussi di investimento di Private Equity (2004-2006)

Fonte: European Private Equity & Venture Capital Association

Il sistema para-bancario è finalmente emerso in questa crisi, e ha mostrato la sua rilevanza ‘quantitativa’...Ma gli eventi dell’ultimo anno mostrano che è molto fragile .

Nel prossimo futuro, il settore finanziario si dovrà progressivamente ritirare entro i confini del sistema bancario in senso stretto. E nell’ambito del sistema bancario si tornerà alle attività tradizionali: raccolta di depositi, protetti da garanzie pubbliche, e prestiti al settore reale, ovvero imprese e famiglie. Il settore finanziario si contrarrà in alcuni paesi europei, come il Regno Unito e forse l’Irlanda, ma molto meno in altri, Italia inclusa.

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Alla prox!

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Fonte: www.lavoce.it

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