mercoledì 6 maggio 2009

La sfida delle PMI

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Le piccole e medie imprese italiane (PMI) sfidano la gelata dei listini. La stagione dei collocamenti in borsa sembra voler chiudere uno dei periodi più negativi a livello mondiale e in Italia si parte del basso: due nuove matricole, Ikf e Neurosoft, debuttano all´Aim Italia, il listino "junior" nato per replicare l´esperienza positiva fatta a Londra.
L´Aim originale (quello inglese), grazie a regole più semplici e a banche specializzate che fungono da intermediari e garanti (detti Nomad), ha raccolto in 14 anni 1500 "microcapitalizzate".
Ikf è una holding d´investimento e consulenza che si aspetta dal mercato 10 milioni di euro.
Neurosoft invece è una software company greca che ha molti clienti in Italia specie tra le società che gestiscono scommesse sportive e giochi.
Primi passi di un listino partito da noi nel periodo più negativo, ma che guida il cambio di tendenza. «Si sta riscontrando un forte interesse delle Pmi - spiega Luca Peyrano, il responsabile del mercato primario di Borsa Italiana - in particolare all´interno di quei settori in cui il Made in Italy ha dimostrato di essere vincente.
Il settore delle energie alternative, che vede per esempio il fiorire di numerosi parchi eolici nel Sud Italia; il settore della nautica che malgrado sia in difficoltà a livello globale in Italia si sta dimostrando particolarmente vivace, poi l´arredamento e la meccanica».
Un´ulteriore spinta la dà il mondo bancario che finora assorbiva la totalità delle richieste di capitali e che ora ha interesse a traghettare questa domanda verso il mercato: lo dimostra l´iscrizione all´Aim di una decina di Nomad in meno di tre mesi: Hvb (Unicredit), Mps Finance, Intermonte, Banca Akros, Finnat, Unipol Merchant, Equita Sim e Centrobanca.
E i grandi?
Per vedere Ipo (Offerta Pubblica Iniziale) che superino le decine di milioni di euro e interrompere un digiuno di matricole che dura dal luglio scorso si dovrà aspettare almeno la seconda parte dell´anno.
La tendenza a livello mondiale è quella di una lievissima ripresa: uno studio Ernst & Young calcola che nel primo trimestre 2009 un totale di 50 nuovi collocamenti ha generato a livello mondiale un valore di appena 1,4 miliardi di dollari. Solo due operazioni hanno generato oltre 100 milioni di dollari. In Italia, della decina di imprese che hanno interrotto iter avviati, molte hanno ripreso in mano i dossier con i loro sponsor e global coordinator.

Esaote, società genovese di apparecchiature biomedicali posseduta da un gruppo di banche e fondi di private equity, non è la sola che torna alla finestra, con lei ci sono sicuramente la casa di moda Ferragamo e la società di cosmetici Intercos. Persino lo Stato potrebbe partecipare al ritorno delle matricole: Piazza Affari rimane il punto di approdo di Fincantieri che ha dovuto chiedere un aumento di capitale a Fintecna un anno dopo aver abbandonato un contrastato progetto di quotazione. Anche la Sace, compagnia di assicurazione internazionale pubblica, ha accarezzato a lungo l´idea dell´Ipo.

E poi ci sono i giganti da nove zeri:
Prada ha fallito l´appuntamento l´estate scorsa e ora sta rinegoziando il debito con le banche. Enel Green Power è alla caccia di soci per una cifra vicina ai 3 miliardi, impossibile da trovare senza dare loro la prospettiva di una sicura quotazione.
C´è chi ha chiuso definitivamente la porta: la famiglia di pastai De Cecco, per esempio, che si è espressa formalmente in assemblea, mentre per i pneumatici Pirelli è stato direttamente Marco Tronchetti Provera a definire non più attuale l´ipotesi. Infine i cantieri navali Ferretti hanno pagato con il default il mancato ritorno sul listino (era delistata nel 2003).
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Primi segnali di ripresa...
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Bye!
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