sabato 18 aprile 2009

Il conto corrente è caro? Come spendere meno...

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Tra canone annuo, commissioni per le operazioni fuori plafond, spese per prelievi Bancomat, bonifici, domiciliazioni delle bollette, invio dell’estratto conto e delle comunicazioni di legge, oltre all’eventuale dossier titoli e alle altre voci cui s’aggiunge pure l’imposta di bollo, i costi di gestione di un conto corrente in Italia sono i più alti d’Europa.
Restano tali sebbene calati in media del 24% negli ultimi tre anni, come segnala il consorzio PattiChiari, e nonostante la legge Bersani abbia eliminato le spese di chiusura.

Scelte ponderate con il confronto tra le varie proposte e un uso accorto del conto corrente possono più che dimezzare l’esborso.
Innanzitutto facendo chiarezza su ciò che serve: è inutile aprire un conto dal canone elevato in ragione di servizi accessori che ben difficilmente si useranno, come pure sottoscriverne uno a canone ridotto, ma che offre un limitato numero di operazioni gratuite, quando si prevede di superare il tetto e pur sapendo che può costare caro. Chi non vuole cambiare banca o conto corrente può attivare l’home banking, un’opzione spesso gratuita e che si lega a commissioni più basse.
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Secondo Eurisko, operando attraverso internet o col telefono al posto del tradizionale sportello di filiale, il costo medio annuo di un conto corrente di base può ridursi da 105,9 a 68,9 euro, con risparmi compresi tra il 28% per la famiglia tipo e il 43% per il pensionato «evoluto».
Se non basta, meglio guardarsi attorno, cominciando magari dal sito di PattiChiari dove è possibile confrontare caratteristiche e costi di centinaia di conti correnti proposti da oltre 150 banche.
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I conti online vincono il confronto della convenienza. Spesso il canone mensile è azzerato, le commissioni per i singoli servizi sono più basse anche di 2 o 3 euro, di norma i bonifici e le ricariche telefoniche sono gratuite così come i canoni di carte di credito e debito, senza contare che le operazioni possono essere fatte comodamente da casa o dall’ufficio; anche il deposito titoli è più economico e il trading online costa meno.
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I conti «light» proposti allo sportello possono fare al caso di chi opera pochissimo (...ma attenzione a non superare la soglia gratuita dei movimenti!). In generale, la famiglia media che usa il conto con una quindicina di operazioni al mese, abbandonando la filiale per il web può risparmiare oltre il 50%.
Nella classifica dei conti online stilata da Of-Osservatorio Finanziario in base a criteri di convenienza e sicurezza, compaiono sul podio IwBank, davanti a Banc@perta e all’home banking di Mps, seguite dall’online di Raiffeisen, Sella e da Websella; poi, nell’ordine, Unicredit, Banca Infinita, Fineco, Webank e Mediolanum.
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A maggior ragione con i tassi ai minimi, il conto corrente non rappresenta più uno strumento di gestione dei propri risparmi, quindi è bene lasciare in giacenza solo quanto serve per il ménage mensile, cercando di far fruttare i risparmi altrove. Può essere utile, in un periodo come quello attuale, parcheggiarli in un conto di deposito (che spesso viene abbinato a conti correnti sia tradizionali che online).
Le alternative sono numerose: si va da Rendimax a Conto Arancio, da IwPower a SemprePiù Rendimento della Popolare di Vicenza, passando per CheBanca! di Mediobanca, Time Deposit Santander e Conto Extra di Sparkasse Italia.
Non lasciatevi impressionare da punti esclamativi e nomi altisonanti! Comunque, cercando bene, si possono trovare conti deposito con tassi attivi netti anche oltre il 2,5%, la gratuità dei movimenti e l’abbuono dell’imposta di bollo (34,2 euro annui). Niente non è...!
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Ulteriori sforbiciate alle spese si ottengono con un uso accorto delle opzioni e sfruttando i servizi gratuiti. Così, è meglio ricevere l’estratto conto e il dossier titoli per email o consultarlo sul web, o comunque limitarne l’invio una o due volte l’anno. Tutta la documentazione in arrivo dalla banca va conservata, poiché fa fede in caso di contestazione; allo sportello, è bene provare periodicamente a ricontrattare le condizioni. Meglio, poi, domiciliare le bollette, usare il Bancomat per i prelievi al posto della carta di credito, eseguendoli agli sportelli della propria banca per evitare le commissioni applicate dalle altre, e, infine, cercare di non andare in rosso: anche per pochi giorni, interessi passivi e penali di scoperto sono un salasso.
Per ulteriori info, sapete come contattarmi...!
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Bye!
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venerdì 3 aprile 2009

Mutui: euribor sempre più giù e le rate si adeguano.

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La Banca Centrale Europea ha sorpreso i mercati finanziari, che avevano scommesso su un taglio di 50 punti base, proponendo un taglio di soli 25 centesimi di punto, lasciando tuttavia aperta la porta a nuove riduzioni del costo del denaro. Sono state citate anche misure non convenzionali di politica monetaria (il Quantitative Easing già adottato da altri Istituti Centrali insegna), quali
possibili, da decidere comunque durante il prossimo meeting del direttivo.
La Bce sembra dunque aver preferito mantenere un atteggiamento di cautela, preparando i mercati ad un possibile nuovo intervento il prossimo maggio.

I commenti del presidente Trichet hanno lasciato intendere che i tassi potrebbero scendere ancora “in maniera molto misurata”, mentre per quanto riguarda l’inflazione europea, ha cercato di tranquillizzare gli investitori spiegando che esiste la possibilità di arrivare vicino allo zero (se non di superarlo a ribasso), ma che tale evenienza non deve essere confusa con la deflazione. Disinflazione e deflazione sono infatti due concetti ben diversi (rallentamento dell’inflazione il primo, diminuzione del livello generale dei prezzi il secondo). Secondo il numero uno della Bce, le aspettative inflazionistiche a lungo periodo sono coerenti con l’obiettivo di stabilità dei prezzi e i rischi connessi alla crescita sembrano essere “ampiamente bilanciati”.
Infine, la domanda mondiale, e come essa quella dell’area euro, probabilmente cominceranno a recuperare in maniera graduale nel corso del 2010.
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Beh, facciamo due conti...
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L'Euribor ai minimi storici inizierà presto a farsi sentire significativamente anche sui mutui variabili già stipulati e indicizzati ai tassi medi trimestrali, quelli che - a dispetto della continua riduzione del costo del denaro – finora hanno fatto fatica ad adeguarsi.

Con la chiusura di marzo (e del primo trimestre 2009) molte banche adeguano i parametri sui quali vengono calcolate le nuove rate (da aprile in poi). Ragionando in termini di tassi, nel primo trimestre l'Euribor 3 mesi (base 360) ha registrato una media del 2,01% contro il 4,21% del trimestre ottobre-dicembre e il 4,98% (picco storico nell'era dell'euro) raggiunto fra giugno e settembre.

In soldoni?

...la rata di aprile di un finanziamento da 100mila euro indicizzato appunto ai tassi registrati nei primi tre mesi del 2009 (+1% di spread, il "ricarico" applicato dalle banche) potrà risultare meno cara in media del 20% rispetto ai pagamenti effettuati lo scorso autunno (vedi tabella).

Ancora più basse sono in teoria le rate dei prestiti legati alla media mensile dell'Euribor, un parametro che però ha già permesso nei mesi precedenti un più rapido adeguamento al ribasso degli importi da versare (e che in generale rende la rata più volatile anche in caso di picchi al rialzo).

Il discorso, naturalmente, può anche essere visto in un'ottica diametralmente opposta: chi stipula in questo momento un mutuo a tasso variabile deve mettere in conto che i tassi non resteranno su questi livelli in eterno e valutare bene la scelta soprattutto sulla base del proprio reddito disponibile.

Sarà interessante calcolare quale sarà l'eventuale rincaro di un finanziamento variabile acceso adesso... nel caso i tassi dovessero tornare sui livelli di ottobre. Se il valore della rata teorica vi spaventa, allora è forse meglio ripiegare sulla sicurezza del tasso fisso.

Ah... Sui nuovi mutui occorre considerare che le banche hanno rivisto sensibilmente al rialzo gli spread, annullando in parte i benefici derivanti dal calo dei tassi di interesse!

Occhio! ;o)


Bye!



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