mercoledì 12 novembre 2008

Crisi finanziaria: quali soluzioni?


Cosa fare nell'immediato per far fronte alla crisi finanziaria, in particolare per la realtà italiana? Condivisibile il piano di emergenza varato dai governi europei e dal governo italiano, soprattutto la scelta di articolare gli interventi per rassicurare i risparmiatori mediante garanzie sui depositi e norme che consentano al ministero dell'Economia la ricapitalizzazione di banche con inadeguatezza patrimoniale e di concedere garanzie alle banche per ottenere liquidità in situazioni di emergenza.

LA SITUAZIONE DELL'INTERBANCARIO

Pur se si stanno già osservando degli effetti benefici (l'Euribor scende) è possibile che le misure adottate non siano sufficienti per riavviare alla normalità il mercato interbancario.
L'Euribor è infatti ancora troppo elevato rispetto al tasso di rifinanziamento presso la Bce e il mal funzionamento del mercato interbancario crea ripetute carenze di liquidità in un sottoinsieme non trascurabile di banche e eccedenze in altre. Eccedenze di liquidità che, per timore di default della controparte, vengono depositate presso l'eurositema anziché essere scambiate con chi ha deficienze. Di qui l'elevato spread dell'Euribor rispetto al tasso di rifinanziamento presso la Bce e la necessità di ripetuti e crescenti rifinanziamenti di importo molto elevato da parte della banca centrale, con il conseguente emergere, per gruppi significativi di banche, di carenza di titoli collaterali.
Non si sono però ancora presentate in Italia situazioni di insolvenza come quelle osservate negli altri paesi europei, mentre il problema della deficienza di liquidità perdura e si trasmette all'economia reale tramite le restrizioni del credito e gli effetti dell'Euribor a tre mesi sui tassi bancari a breve e sui mutui a tasso variabile.

PERCHÉ LE MISURE PRESE POTREBBERO NON ESSERE SUFFICIENTI

Le recenti misure adottate dal ministero dell'Economia con i decreti legge n. 155/08 e 157/08 potrebbero trovare un limitato utilizzo a causa della loro dichiarata applicazione in "gravi crisi di liquidità" e alla conseguente riluttanza delle banche di dichiararsi in grave crisi. Quindi potrebbero non concorrere alla normalizzazione dell'interbancario. I

COSA SI PUÒ FARE?

Nasce da qui la proposta forse prefigurata nel discorso del governatore della Banca d'Italia del 31 ottobre scorso, che le banche centrali nazionali modifichino le regole dell'interbancario concedendo garanzia diretta alla controparte che offre liquidità sull'interbancario.
Coordinando le garanzie dello Stato ai prestiti delle banche centrali nazionali, i prestiti di collaterali e la valutazione delle banche centrali nazionali sulla adeguatezza patrimoniale del sistema bancario nazionale, le banche centrali nazionali potrebbero assegnare adeguate linee di garanzia.

Ciò porterebbe a due benefici effetti: in primo luogo, a una normalizzazione dell'interbancario riducendo gli interventi centrali. Secondariamente, si potrebbe ridurre l'attuale avversione delle banche a ricorrere agli strumenti eccezionali di ricapitalizzazione statale perché si attenuerebbero i timori negativi sulla liquidità dell'annuncio di intervento.

Il rischio è di fornire elevati incentivi di moral hazard che possono però essere limitati se questa misura è momentanea e viene regolamentata in maniera precisa la successiva uscita dello Stato dalle banche e nel contempo viene rapidamente avviata la riforma delle regole del sistema finanziario per un ritorno ben regolato alla liberà di mercato.

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Bye!

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Fonte: Lavoce.it

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