sabato 2 giugno 2007

Le Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia.

Le Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia sono state, come ci si attendeva, brevi, snelle e incisive. Dopo un'introduzione dedicata prima all'importante riorganizzazione in corso nella Banca e poi all'economia internazionale, si sono concentrate sui problemi della crescita in Italia, sulla finanza pubblica e sul consolidamento del sistema bancario.

Provo a sintetizzare… Questi i punti:
- L’Italia ha ripreso a crescere e le sue imprese stanno reagendo positivamente agli stimoli della concorrenza globale e del progresso tecnologico.
- C'è uno spostamento delle produzioni verso i settori più innovativi e profittevoli.
- L'internazionalizzazione va estendendosi alle piccole imprese.
- Si adottano tecnologie e modelli di gestione innovativi.
- Migliora e si ringiovanisce il personale.

L'indispensabile trasformazione fa le sue vittime: per ogni impresa che nasce ce n'è più di una che muore. La dimensione media cresce, anche se con troppa inerzia.
...Significativa la correlazione negativa fra i risultati aziendali e l'età del management.


Scuola e università significano investimento in capitale umano e in nuove conoscenze tecniche e scientifiche. Draghi ha ricordato che «la povertà delle conoscenze è l'anticamera della povertà economica». Non occorrono risorse più abbondanti ma un loro migliore orientamento, guidato da efficaci sistemi di valutazione della didattica e della ricerca. Servono incentivi e responsabilizzazione dei docenti, autonomia finanziaria, remunerazioni e carriere basate sul merito.

Il settore dei servizi è il più importante dell'economia: va stimolato con maggiore concorrenza ad aumentare l'efficienza e a ridurre i costi per gli utenti. I ritardi più gravi sono nel settore dei servizi pubblici locali.

l compito principe della politica dovrebbe essere quello di vincere le resistenze corporative dei gruppi di interesse avversi alle liberalizzazioni.

L'inefficienza della giustizia civile, che è cruciale per lo sviluppo economico, è imperdonabile e nuoce, fra l'altro, alla modernizzazione del mercato del lavoro, dove i procedimenti giudiziari sono lentissimi.

Parlando di finanza pubblica, Draghi ha insistito sul fatto che il riequilibrio del deficit è avvenuto soprattutto per l'aumento delle entrate mentre l'abbattimento del debito richiede stabili riduzioni della spesa corrente, che offre margini di risparmio in tutti i suoi capitoli. Ha ribadito l'urgenza degli interventi sulle pensioni, lungo le linee della riforma da tempo impostata per equilibrare nel lungo periodo contributi e prestazioni. Ha sollecitato lo sviluppo della previdenza complementare e si è spinto fino a suggerire che verso questa venga spostata anche una quota della contribuzione oggi destinata alla previdenza pubblica.

Sul tema del sistema bancario italiano l'accento più importante è stato sul consolidamento in atto, con fusioni e acquisizioni che stanno dando luogo, fra l'altro, a due dei maggiori gruppi europei.
Su due punti il governatore si è soffermato:
1. le modalità del consolidamento. Draghi, fin dal suo insediamento, ne ha sottolineato l'opportunità, in generale, e lo ha facilitato, anche eliminando il dirigismo implicito nell'obbligo di comunicazione preventiva che ha abolito. Il consolidamento deve andare dove lo porta il mercato.
2. la centralità del cliente: la concentrazione delle banche non deve indebolire la concorrenza e i suoi benefici devono tradursi nel miglioramento della qualità e nella riduzione dei costi dei servizi alla clientela. Su questo ha dato una sorta di appuntamento alle Considerazioni finali dell'anno prossimo: si è augurato di poter allora congratularsi con le banche anche per come hanno fatto partecipare la loro clientela ai vantaggi della concentrazione.

Condivido queste considerazioni, nella speranza che a queste belle parole... seguano fatti concreti!

Allora... appuntamento alle considerazioni finali dell'anno prossimo.

1 commento:

  1. E' vero, sono belle parole. Ma la politica è fatta di belle parole, tante parole e pochi fatti. Sarà retorica, ma così è!

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