sabato 27 dicembre 2008

Mutui, i consumatori contro le banche.



Il calo dei tassi di interesse porta con sè una "dote" insperata per le famiglie italiane, un bonus che può arrivare fino a 3.400 euro all’anno. A tanto ammonta il risparmio a vantaggio di chi ha contratto un mutuo a tasso variabile, calcolato fra il momento di massimo rialzo dell’Euribor e il valore attuale.

Secondo le associazioni dei consumatori le banche non trasferiscono però sui clienti tutti i vantaggi della discesa dei tassi di interesse, con l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) che ricorda invece come gli spread dei mutui in essere siano fissati dal contratto e quindi impossibili da modificare.

Il picco dell’Euribor a tre mesi è stato toccato il 9 ottobre scorso al 5,39%:
a quei valori la rata di un mutuo da 200.000 euro a 30 anni (a tasso variabile con uno spread dell’1%) aveva raggiunto un massimo di 1.250 euro al mese!

Oggi, dopo 50 sedute di cali consecutivi e l’Euribor sceso al 3,08%, la stessa rata vale 964 euro, con un risparmio di 286 euro al mese, pari a 3.432 euro l’anno.

Se i risparmi sono più consistenti per mutui di lunga durata ed importo elevato, non sono certo da trascurare quelli su mutui a durata e importo minori:
per esempio, su un finanziamento da 100.000 euro a 20 anni il risparmio è di "soli" 129 euro al mese (dai 739 euro di ottobre, la rata è scesa a 610 euro), pari comunque a 1.548 euro all’anno.

Per chi accende un nuovo mutuo, però, rimane l’incognita spread, ovvero la maggiorazione applicata sul tasso Euribor, che varia in maniera decisa da banca a banca. Attraverso le simulazioni di MutuiOnLine, si nota come gli spread applicati su un mutuo da 100.000 euro a 20 anni varino da un minimo dello 0,52% ad un massimo di un +1,39%. Con una rata che di conseguenza può passare da 585 a 631 euro, con una differenza di 46 euro al mese e 552 euro in un anno.

Ed è proprio su questo punto che si concentrano i consumatori:«Le banche continuano a manovrare a proprio piacimento gli spread, che adesso continuano ad aumentare» in modo da «conservare elevati i propri guadagni», dichiarano Adusbef e Federconsumatori, sottolineando che i risparmiatori italiani sono già costretti a «pagare sul mutuo uno 0,54% in più rispetto alla media europea». Alla fine di un mutuo di 100.000 euro a 30 anni, spiegano le sigle, «un mutuatario dovrà pagare 14.000-16.000 interessi in più».

Comunque, gli spread sui mutui in circolazione sono definiti dal contratto e, pertanto, non possono essere oggetto di variazione (se non ristrutturando il finanziamento).

Sui nuovi mutui, invece, l’ABI sottolinea come non sia «incoerente» che in una fase caratterizzata da elevata rischiosità come questa gli spread vengano ritoccati al rialzo: con il crollo della produzione industriale, infatti, aumenta il rischio di fallimento delle imprese e con esso anche quello associato ai lavoratori impiegati nelle stesse, che possono vedere il proprio reddito ridotto a causa della cassa integrazione o addirittura azzerato in caso di licenziamento.

Ricapitolando, per i finanziamenti gia in essere... tranquilli (…ma occhi aperti) e … per i nuovi… provate a spuntare il tasso migliore (Euribor+Spread) valutando diverse offerte (...il bello della concorrenza!).

Bye!

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2 commenti:

  1. Lo dico da tempo a tutti gli amici che hanno un mutuo:
    1) monitorare costantemente l'operato della banca,
    2) crersi una minima cultura di finanza;
    3) confrontare diverse banche.

    Matteo

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  2. Sono completamente d'accordo con te, Matteo. E' finita l'era dei "furbi vs sprovveduti"! Oggi l'informazione è globale e accessibile a tutti ... un corretto utilizzo può solo migliorare la qualità della nostra vita... Ciao!

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