martedì 23 dicembre 2008

Aspettando la svolta...



Sfere di cristallo spente, poche idee molto condivise per il 2009. Sarà perché di fronte alla spianata dei mercati azzerati dalla bufera — mica finita, i tuoni si sentono ancora — le opinioni non possono che convergere.

Eccole:

- azioni nervose con rischi di ulteriori ribassi e anche di forti rally, ma il ritorno del Toro non sarà immediato.
- Investitori in fila per salire sulla diligenza sicura dei titoli di Stato più solidi, prima che la scure dei banchieri centrali riduca al minimo i rendimenti.
- Bond societari così ingiustamente depressi, tanto da meritare interesse anche da parte degli strategist azionari che li considerano outsider dell’anno.
- Liquidità regina per un altro po’, anche nei portafogli di chi avverte che il crollo dei tassi di interesse (già a zero negli Stati Uniti) costringerà comunque il sistema a tornare verso asset più remunerativi.
Dove ritroveremo l’equilibrio?

Il primo punto fermo — ma lo vedremo bene solo con il senno di poi — sarà il minimo delle Borse. Quello che, secondo le statistiche storiche delle ultime recessioni, precede di tre-sei mesi il baratro finale degli utili prima della ripresa economica. E che apre la strada, si spera anche questa volta, al rientro del Toro in Borsa.

Quando?

Non prima dell’estate, dicono i più. Le azioni, che in Europa prezzano oggi 7-8 volte gli utili dell’anno in corso sono in saldo , ma non abbastanza. Perché tutti si aspettano un ulteriore crollo dei profitti nel 2009 nell’ordine del 30%.

Su quali titoli puntano gli esperti?

Sui difensivi ad alta cedola per i prossimi mesi. I money manager europei intervistati da Merrill Lynch in Europa per il consueto sondaggio mensile nel mese di dicembre dicono di avere in portafoglio un vero impegno solo su cinque settori: telecom, farmaceutici, assicurazioni, utilities, energia.

Ma c’è anche chi pensa di dover già scegliere tra gli industriali sani, quelli che ora soffrono per il gelo della recessione, ma che potrebbero andare forte non appena il mercato decide di anticipare la ripresa dell’economia reale.

Ma l’idea condivisa più originale è l’utilizzo intelligente dell'anomalia corporate bond", le obbligazioni emesse dalle società quotate e non: un terreno difficile — va detto — dove però fioriscono rendimenti a due cifre, a fronte di solidità che in molti casi non meriterebbero di pagare un simile premio al rischio. Dunque, rendimenti elevati rispetto ai governativi privi di rischio. Chi vuole maneggiarli, però, dovrà mettere in conto un incremento del tasso di insolvenza rispetto ai bassi livelli attuali.

L’incognita maggiore per il mercato obbligazionario è quella dei tassi: oggi, scomparsa quasi all’improvviso la paura dell’inflazione, il sistema viaggia a manetta per sconfiggere la deflazione (cioè la caduta "avvitata" dei prezzi).

Dunque...
Borsa in ripresa... ma non prima dell’estate, Tassi sempre più giù, favoriti i Btp medio lunghi. I prestiti societari trovano nuovi fan (ma occhio al rischio)
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Bye!
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Fonte: Corriere della Sera

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