mercoledì 7 novembre 2007

Schiavi moderni

La legge Maroni, o legge 30, doveva essere subito abolita da questo Governo. Nel programma l'Unione si era impegnata a cambiarla radicalmente con i suoi elettori.
Non ha mantenuto le promesse.
Ora anche gli organismi internazionali cominciano a chiederci perchè stiamo trasformando gli italiani in Schiavi Moderni.

Il professor Mauro Gallegati scrive:
Con il pretesto della flessibilità per modernizzare il mercato del lavoro, la legge 30 ha creato una situazione di precarietà preoccupante. Per le statistiche ufficiali, i contratti a termine sono diventati quasi l'unico modo che hanno i giovani di trovare un impiego ma poi è raro che questi si traducano in lavori stabili, con un rapporto di 1 a 25!
Stanno aumentando le distorsioni del mercato del lavoro, specialmente nel Sud del Paese dove la diminuzione del tasso di occupazione ha raggiunto livelli allarmanti".
Sono le osservazioni della Commissione di esperti dell'International Labour Organisation, ILO, Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti del lavoro.

È passata inosservata la notizia che il nostro Governo, tramite il ministro Damiano, è stato convocato in un'audizione speciale nel corso della 96° Conferenza internazionale del lavoro, a giugno a Ginevra, per discutere della situazione in Italia e degli effetti della legge 30, che ha suscitato non poche perplessità nella comunità internazionale: dai verbali dell'audizione italiana emerge con chiarezza "l'incompatibilità" delle riforme del governo Berlusconi rispetto alla Convenzione 122 sulle politiche del lavoro. La Convenzione, ratificata dall'Italia nel 1971, impone agli Stati membri l'adozione di "programmi diretti a realizzare un impiego pieno, produttivo e liberamente scelto" e in generale "l'elevazione dei livelli di vita, attraverso la lotta alla disoccupazione e la garanzia di un salario idoneo".

Per la Commissione composta da 20 giuslavoristi di tutto il mondo, "l'unico fine perseguito dal vecchio governo è la liberalizzazione del mercato del lavoro secondo un modello di contrattazione sempre più individualizzata, a discapito di politiche territoriali di sviluppo nell'industria e nella ricerca, fondamentali per assicurare competitività nei settori innovativi, anziché cercare di competere con le economie emergenti sul costo del lavoro".

La Commissione ha chiesto di rispettare la Convenzione 122 con "un ritorno alla centralità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato come forma tipica di occupazione", attraverso una concertazione che vada a beneficio dei lavoratori, in termini di condizioni salariali e di vita, e non solo delle imprese.

All'audizione dell'Ilo non ha partecipato il ministro Damiano, seppure convocato formalmente, ma Lea Battistoni, che al ministero è direttore generale del mercato del Lavoro. Dopo avere premesso che il nuovo esecutivo è in carica da troppo poco tempo per mostrare già i risultati delle proprie politiche, Battistoni ha rassicurato la Commissione spiegando che le richieste dei sindacati erano state prese in considerazione e che non c'è motivo di preoccuparsi...!

A mio avviso i motivi ci sono, eccome! ...Per voi no?

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