mercoledì 21 novembre 2007

In Borsa scende il freddo: meno società alla quotazione.

Chi ha paura della crisi dei mutui subprime?

La pioggia di vendite che si è abbattuta sulle Borse di mezzo mondo e che ha depresso i listini e in particolare i titoli delle banche, non ha fermato la corsa delle matricole. O meglio... in parte l’ha frenata, come testimonia uno degli ultimi studi sul numero delle Ipo, ma non l’ha arrestata. Tanto che soltanto pochi giorni fa il ceo del London Stock Excanghe, Clara Furse, ha potuto presentarsi alla comunità finanziaria per la prima trimestrale dopo la fusione con Piazza Affari con un record di tutto rispetto; nel corso del 2007 sono state fino ad ora 72 le ammissioni al listino, il doppio rispetto all’anno precedente e 52 Ipo internazionali, più di quanto abbiano fatto Nyse Euronext (l’alleanza tra le Borse di New York e Parigi), Nasdaq e Deutsche Borse messi insieme.

Ma non c’è dubbio che la correzione in atto sui mercati a partire da ferragosto abbia inficiato le performance delle nuove matricole. Come per esempio sta avvenendo a Piazza Affari. Se prima dell’estate erano stati 26 i debutti a Palazzo Mezzanotte, di cui ben 10 nel mese di luglio, negli ultimi tre mesi le Ipo sono state soltanto due. E della dozzina di società che hanno annunciato la loro ferma volontà di quotarsi entro la fine dell’anno, soltanto quattro sono effettivamente sulla rampa di lancio. Le due coraggiose corrispondono al nome di Piquadro e Damiani: entrambe hanno, però, dovuto fare i conti con il periodo difficile, visto che la società del settore pelletteria ha guadagnato un modesto 4% dal prezzo di collocamento, mentre la casa di gioielli, l’ultima ad approdare sul listino l’8 novembre scorso, sta recuperando la parità dopo una prima giornata di contrattazione terminata con un perentorio 10%.

A sfidare le incertezze del mercato sono ora arrivate FriEl Green Power (specializzata nella realizzazione di impianti per le energie alternative) e Finaval (trasporti via mare), entrambe approdate a Piazza Affari lunedì 12 novembre. Mentre il 26 novembre sarà la volta di Maire Tecnimont, nata da due costole del gruppo Fiat e della ex Montedison, che di mestiere si occupa di progettare e realizzare impianti tecnologici e infrastrutture ad alto livello.
Entro la metà di dicembre, ultima finestra prima della pausa natalizia, è certo l’arrivo in Borsa del gruppo editoriale Il Sole 24 Ore, nonché della società di produzione televisiva Rainbow: oltre ad aver lanciato il fenomeno Winx (cartoni animati di sei ragazze che studiano da fatine) ha suscitato non poco interesse l’ingresso nel capitale al 2% del finanziere tunisino Tarak Ben Ammar, consigliere di Mediobanca.

Tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo abbiamo poi ancora una pattuglia di candidati che stanno espletando le ultime procedure con la Consob tra cui Grandi Salumifici Italiani e Molmed, la società di biotecnologia nata da uno scorporo dell'Istituto Scientifico San Raffaele.

Si tratta, comunque, di società di dimensioni contenute. La Borsa Italiana, del resto, è lo specchio della realtà economica italiana, lontana dalle maxi Ipo della Cina dove la Petrochina e Alibaba.com hanno raccolto miliardi di dollari superando per capitalizzazione i colossi del mondo occidentale come Exxon.

Come ha spiegato solo pochi giorni fa l'amministratore delegato di Borsa Italiana Massimo Capuano, l'alleanza con Londra potrà indurre ora alcune società a quotarsi ottenendo così una visibilità maggiore sui mercati finanziari internazionali.

Dunque, il futuro di Piazza Affari sembra sempre più quello di spingere le Pmi alla quotazione...

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