mercoledì 6 giugno 2012

Bankitalia, le tre parole chiave sulla crisi




Questo lo scenario a tinte cupe delineato dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, che in occasione delle sue prime considerazioni finali si è concentrato sullo stato di salute delle banche e dello Stato italiano.

Ecco le sue tre principali proposte.

Diminuire la pressione fiscale.
Sul fronte del risanamento dei conti, pur tessendo le lodi all’azione finora svolta dall’attuale esecutivo, Visco ha ricordato che "si è pagato il prezzo di un innalzamento della pressione fiscale a livelli oramai non compatibili con una crescita sostenuta". E che tale l'inasprimento "non può che essere temporaneo". La sfida ora si sposta su un altro piano: "Occorre trovare oltre a più ampi recuperi di evasione, tagli di spesa che compensino il necessario ridimensionamento del peso fiscale". Se accuratamente identificati e ispirati a criteri di equità, ha aggiunto il numero uno di Palazzo Koch, "i tagli non comprometteranno la crescita" e "potranno concorrere a stimolarla se saranno volti a rimuovere inefficienze dell'azione pubblica, semplificare i processi decisionali, contenere gli oneri amministrativi". Del resto, ha sottolineato, i margini disponibili per ridurre il debito "anche con la dismissione di attività in mano pubblica", vanno utilizzati pienamente.

Banche: più controlli dei rischi.
Gli istituti di credito italiani devono cambiare l’attuale modello di crescita della redditività e devono intervenire "sul costo del lavoro", le "remunerazioni" dei vertici, la rete delle filiali e il numero dei componenti dei cda che nei primi 10 gruppi vede ben 1.136 cariche. Inoltre, il Governatore ha chiesto un "un più attento controllo dei rischi" da parte delle banche, che impone anche "profitti più bassi ma più stabili di quelli del decennio precedente alla crisi", ricordando però il forte sostegno dato dagli istituti al debito sovrano italiano: gli acquisti netti dei titoli di Stato nei primi 3 mesi 2012, infatti, sono stati pari a 70 miliardi di euro.

Riforme.
Il paese, ha detto Visco, non può chiedere uno sforzo finanziario aggiuntivo ai suoi imprenditori, senza che venga a loro assicurata "una semplificazione dell'ambiente normativo in cui operano". Su questo fronte il Governatore di Bankitalia ha rilanciato il tema delle riforme strutturali, necessarie per rimettere in moto il Paese e il cui percorso va proseguito "con energia accresciuta e visione ampia", soprattutto nei settori dell'istruzione, della giustizia e della sanità.

Dunque... Inutile farsi troppe illusioni: per l'Italia il 2012 non potrà che concludersi sotto il segno della recessione, con una caduta del Pil contenuta intorno all'1,5%, mentre l’Eurozona, per salvarsi, dovrà mostrare la volonta "irremovibile" di preservare la moneta unica. 

Bye!


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Fonte: Panorama.it

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