venerdì 9 maggio 2008

Laurea non più Laurea...


Appiattimento dei salari verso il basso e inadeguatezza del contratto nazionale. Aumento del gap con l'Europa sul fronte infrastrutturale. E' quanto evidenzia, tra le altre cose, il Rapporto Unioncamere 2008, presentato oggi a Roma.

La differenza di retribuzione lorda tra un impiegato diplomato o addirittura laureato e un lavoratore non qualificato con la licenza media - si rileva - è di circa 1.600 euro l'anno, poco più di 120 euro lordi al mese.

Questo "appiattimento è il sintomo più evidente della scarsa attenzione al merito che caratterizza il mercato del lavoro nel nostro Paese", sottolinea Unioncamere rilevando, tra l'altro, che i salari sono cresciuti meno che nel resto d'Europa perché più bassa è stata la crescita della produttività.

"I salari sono molto, troppo bassi e questo appiattimento può scoraggiare chi studia. E' un messaggio sbagliato", ha sottolineato il presidente di Unioncamere Andrea Mondello nel presentare il Rapporto.

I dati non fanno certamente sorridere, al contrario dei commenti relativi agli stessi!

Più che di avere "studenti scoraggiati", ci dovremmo preoccupare di creare strutture che indirizzino gli stessi in una scelta fondamentale: prima studiare significava "sacrificare" un periodo di tempo della propria vita... con la prospettiva di recuperare il tutto (più gli interessi) grazie ad un buon lavoro che la laurea consentiva di trovare.

Oggi è diverso.

Si studia quasi per routine, perchè lo fanno tutti... pur sapendo che i lavori a maggior margine di guadagno (almeno nel lungo periodo) sono proprio quelli più "umili", che non necessitano di lauree, corsi post laurea o master... ma che che nessuno vuole fare e - per il semplice principio della domanda e dell'offerta - essendo scarsa la prima, la seconda lievita.

Soluzioni? Quì più che un post servirebbe un libro (o più di uno)!

Però la mia principale speranza è quella di un futuro con sistemi di istruzione (Superiori, Università, post-università) che aiutino a chiarire le idee ai ragazzi, piuttosto che illuderli con promesse difficilmente realizzabili.

Certo, il rischio è quello di veder diminuire (...precipitare?) il numero degli iscritti... e con essi qualche interesse verrà meno... ma i giovani (e anche le coscienze) ne sarebbero sicuramente riconoscenti!

Interessi vs Riconoscenza.... chi vincerà?

Bye!

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