Riprendo in parte un articolo apparso sul blog di Beppe Grillo... l'ennesima dimostrazione che quì, invece di andare avanti, torniamo indietro...
L’Italia versa alla UE circa 12/13 miliardi di euro ogni anno. I miliardi finiscono in un fondo comune che viene ripartito a favore delle aree in via di sviluppo. A noi tornano indietro circa 8/9 miliardi.
Dove vanno?
Quasi tutti a tre regioni: Campania, Calabria, Sicilia. I fondi europei, che sono soldi pagati con le nostre tasse, fanno quindi il viaggio Roma-Bruxelles-Napoli (o Palermo o Catanzaro). Un viaggio di sola andata senza responsabilità politiche di un singolo ministro della Repubblica.
Le regioni del Sud, grazie alla politica comunitaria e alle decine di miliardi di euro ricevuti nel tempo, si sono sviluppate. La criminalità organizzata e le lobby politiche si sono evolute in società multinazionali integrate.
E i 4/5 miliardi di euro di differenza non utilizzati per l’Italia?
Vanno alle nazioni “povere”, di solito i nuovi ingressi nella UE. Come ad esempio la Romania che nel 2007/2013 riceverà 28/30 miliardi di euro per il suo sviluppo.
E chi contribuisce al suo sviluppo?
I baldi imprenditori italiani!
L’Italia ha 22.000 imprese in Romania, è il primo partner commerciale. Un’impresa italiana che si stabilisce in Romania ha degli indubbi vantaggi: basso costo del lavoro, tassazione favorevole e accesso ai finanziamenti europei. Poi, magari, il prodotto lo rivende come “Made in Italy” guadagnando più di prima.
Quindi, ricapitolando...
Chi rimane in Italia è tartassato, paga le tasse in anticipo e non ha finanziamenti dallo Stato.
E allora che fa? Va all’estero, con i soldi degli italiani... quelli che sono avanzati dall’elemosina al nostro Sud da parte della nuova Cassa del Mezzogiorno che oggi si chiama UE.
E’ un mondo alla rovescia...
Fonte: www.beppegrillo.it
venerdì 7 dicembre 2007
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