venerdì 30 maggio 2008
La situazione italiana...
mercoledì 28 maggio 2008
...Le banche si sono commosse?
QUATTRO CRITERI PER RINEGOZIARE
Davvero le banche si sono commosse per i debitori in difficoltà? Non sembra. La bozza di accordo prevede che i mutui a tasso variabile sulla prima casa, stipulati entro il 1ºgennaio 2007, possano essere rinegoziati secondo i seguenti criteri:
(1) la rata variabile viene sostituita da un rata fissa, calcolata in base al tasso d’interesse medio del 2006;
(2) la differenza tra la rata prevista dal contratto originario (variabile) e quella del nuovo contratto (fissa) viene addebitata su di un nuovo conto (finanziamento accessorio), sul quale si paga un tasso pari all’interbancario + mezzo punto percentuale;
(3) se in futuro i tassi d’interesse di mercato saliranno (o almeno non scenderanno), la durata del mutuo verrà allungata per consentire il rimborso del finanziamento accessorio;
(4) se i tassi di mercato scenderanno, si potrà tornare all’originaria rata variabile.
Quali saranno le conseguenze per chi aderirà alla rinegoziazione?
In sintesi: un beneficio immediato a fronte di un maggiore onere futuro. Le banche infatti non fanno nessuno sconto, ma semplicemente consentono di rinviare il pagamento di una parte degli interessi; si noti inoltre che sugli interessi dilazionati matureranno altri interessi.
Ma vediamo in dettaglio gli effetti di ciascuno criterio di rinegoziazione.
La sostituzione della rata variabile con quella fissa ne determina una riduzione immediata : ciò consente al debitore un sollievo, mettendolo al riparo dal rialzo dei tassi d’interesse avvenuto negli ultimi due anni (per effetto dell’aumento dei tassi ufficiali Bce e delle tensioni sul mercato interbancario. L’effetto combinato della seconda e terza clausola è che l’onere complessivo degli interessi aumenta e viene spalmato nel tempo: quindi il debitore impiegherà più mesi/anni per “liberarsi” del mutuo.
L’effetto precedente potrà essere attenuato solo se i tassi di mercato evolveranno in modo favorevole, cioè scenderanno.
CONCORRENZA VERA E PRESUNTA
È chiaro quindi che solo chi è in grave difficoltà nel ripagare le rate correnti può avere una convenienza ad aderire alla rinegoziazione, ottenendo un sollievo immediato (pagando in futuro, s’intende).
Per gli altri dovrebbe essere più conveniente cercare di ottenere condizioni davvero più favorevoli contrattando con altre banche e sfruttando la “portabilità” introdotta dal decreto Bersani: solo dalla concorrenza tra le banche si può sperare di ottenere veri e duraturi benefici per le famiglie.
Al contrario, l’accordo in questione sembra avere un forte impatto anti-concorrenziale. Sul metodo è perfino inutile commentare: si tratta di un accordo tra le banche, con la benedizione del governo!
Nel merito, prevede condizioni uniformi da applicare sui mutui rinegoziati, limitando fortemente lo spazio per la concorrenza. Inoltre, l’allungamento della durata del mutuo può essere un veicolo per “legare” il cliente alla banca per un periodo di tempo più lungo.
In conclusione, sembra quasi che l’accordo sia un modo per aggirare la portabilità dei mutui, la cui realizzazione è ostacolata dalle banche, come evidenziato dal recente avvio di un’istruttoria dell’Autorità antitrust. Esso offre infatti al cliente la possibilità di rinegoziare con la “sua” banca il mutuo, a condizioni apparentemente più favorevoli: si riduce così l’incentivo a cercare attivamente presso altre banche condizioni veramente migliori.
Quindi... Gli istituti di credito non fanno nessuno sconto, semplicemente consentono di rinviare il pagamento di una parte degli interessi. E su quelli dilazionati matureranno altri interessi. Solo dalla concorrenza tra le banche si può sperare di ottenere veri e duraturi benefici per le famiglie.
C'è ancora qualcuno che è convinto che davvero le banche si sono commosse per i debitori in difficoltà con la rata del mutuo?
Bye!!
Fil
Fonte: LAVOCE.it
venerdì 9 maggio 2008
Laurea non più Laurea...
Appiattimento dei salari verso il basso e inadeguatezza del contratto nazionale. Aumento del gap con l'Europa sul fronte infrastrutturale. E' quanto evidenzia, tra le altre cose, il Rapporto Unioncamere 2008, presentato oggi a Roma.
La differenza di retribuzione lorda tra un impiegato diplomato o addirittura laureato e un lavoratore non qualificato con la licenza media - si rileva - è di circa 1.600 euro l'anno, poco più di 120 euro lordi al mese.
Questo "appiattimento è il sintomo più evidente della scarsa attenzione al merito che caratterizza il mercato del lavoro nel nostro Paese", sottolinea Unioncamere rilevando, tra l'altro, che i salari sono cresciuti meno che nel resto d'Europa perché più bassa è stata la crescita della produttività.
"I salari sono molto, troppo bassi e questo appiattimento può scoraggiare chi studia. E' un messaggio sbagliato", ha sottolineato il presidente di Unioncamere Andrea Mondello nel presentare il Rapporto.
I dati non fanno certamente sorridere, al contrario dei commenti relativi agli stessi!Più che di avere "studenti scoraggiati", ci dovremmo preoccupare di creare strutture che indirizzino gli stessi in una scelta fondamentale: prima studiare significava "sacrificare" un periodo di tempo della propria vita... con la prospettiva di recuperare il tutto (più gli interessi) grazie ad un buon lavoro che la laurea consentiva di trovare.
Oggi è diverso.
Si studia quasi per routine, perchè lo fanno tutti... pur sapendo che i lavori a maggior margine di guadagno (almeno nel lungo periodo) sono proprio quelli più "umili", che non necessitano di lauree, corsi post laurea o master... ma che che nessuno vuole fare e - per il semplice principio della domanda e dell'offerta - essendo scarsa la prima, la seconda lievita.
Soluzioni? Quì più che un post servirebbe un libro (o più di uno)!
Però la mia principale speranza è quella di un futuro con sistemi di istruzione (Superiori, Università, post-università) che aiutino a chiarire le idee ai ragazzi, piuttosto che illuderli con promesse difficilmente realizzabili.
Certo, il rischio è quello di veder diminuire (...precipitare?) il numero degli iscritti... e con essi qualche interesse verrà meno... ma i giovani (e anche le coscienze) ne sarebbero sicuramente riconoscenti!
Interessi vs Riconoscenza.... chi vincerà?
Bye!